Isole Eolie
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Cenni storici
Le isole Eolie furono
popolate dagli inizi del IV millennio a.C. da genti
provenienti dalla Sicilia, spinte dall'enorme
risorsa economica offerta dall'ossidiana eruttata
dal vulcano di Monte Pelato.
L'ossidiana, tagliente
vetro vulcanico di colore nero, era ricercata quando
non si era diffusa la lavorazione dei metalli e
costituì la base della prosperità di cui le isole
godettero per almeno due millenni.
Dopo alcuni secoli di
decadenza le isole Eolie ebbero un risveglio
economico e civile nell'età del bronzo a partire
dal XVIII sec. a.C.
Questo risveglio
è dovuto ai contatti che si vennero a stabilire con
i principati della Grecia micenea i quali
esplorarono i mari occidentali.
Le isole vennero
frequentate da genti micenee di stirpe eolica
radicate a Metaponto. Da queste genti eoliche le
isole trassero il nome che ancora conservano. Ad
esse si riportano le leggende del mitico re Eolo,
signore dei venti.
Nel corso del XIII sec.
a.C. nelle isole si insediarono, provenienti dalle
coste della Campania, genti ausonie con le quali si
connette la leggenda del re Liparo, da cui trasse
nome la città . Spopolate alla fine del X sec. a.C.
le isole restarono per alcuni secoli deserte.
Nella L Olimpiade
(580-576 a.C.) Lipari venne colonizzata da un gruppo
di Greci di stirpe dorica, di Cnido e di Rodi; i
nuovi coloni si trovarono nella necessità di
difendersi dalle incursioni degli Etruschi.
Dovettero allestire una potente flotta con la quale
riportarono grandi vittorie assicurandosi la
supremazia sul mare. Col bottino eressero, nel
Santuario di Apollo, a Delfi, splendidi monumenti
votivi.
Nel 427 a.C. , durante
la prima spedizione ateniese in Sicilia, sotto Lache,
i liparesi strinsero alleanza con i siracusani.
Subirono attacchi da parte della flotta ateniese e
reggina, ma senza gravi conseguenze.
Nella spedizione
cartaginese del 408-406 Lipari fu di nuovo in
relazioni amichevoli con Siracusa. Venne
perciò attaccata dal generale cartaginese Imilcone;
partiti i Cartaginesi, Lipari tornò nel pieno
godimento della sua indipendenza.
Durante la dominazione
di Dionisio il Vecchio, Lipari rimase a fianco di
Siracusa e di Tindari. Nel 304 l'isola venne
aggredita da Agatocle; successivamente Lipari cadde
sotto il giogo cartaginese con lo scoppio della
prima guerra punica.
Per i suoi eccellenti
porti e per la sua posizione di alto valore
strategico, l'Arcipelago divenne una delle migliori
stazioni navali cartaginesi.
Nel 262 il console
romano Cornelio Scipione, illudendosi di potersi
impadronire di Lipari, venne bloccato e catturato da
Annibale.
Nel 258 Atilio Calatino
cingeva Lipari di assedio.
Nel 257 le acque delle
Eolie furono teatro d'una accanita battaglia tra la
flotta cartaginese e quella romana: Lipari fu
conquistata dai Romani nel 252 a.C. Rasa al suolo
perse con l'indipendenza la prosperità economica.
Iniziò per essa un periodo di grave decadenza.
Continuò a trarre
vantaggi economici notevoli dall'industria
dell'allume che si estraeva nell'isola di Vulcano e
del quale Lipari aveva nel mondo antico il
monopolio.
Frequentate erano le
acque termali di Vulcano e di Lipari.
Le isole Eolie ebbero
una grande importanza strategica durante la guerra
civile fra Ottaviano, padrone dell'Italia, e Sesto
Pompeo, padrone della Sicilia. Lipari, fortificata
da Sesto Pompeo, fu conquistata nel 36 a.C. da
Agrippa, ammiraglio di Ottaviano, che fece
dell'isola di Vulcano la base della sua flotta per
le operazioni che precedettero la battaglia navale
di Milazzo e per il successivo sbarco in Sicilia.
Lipari subì nuove
devastazioni e nuovi disastri.
Non abbiamo notizie
relative a Lipari per tutta l'età imperiale romana(I-IV
sec. d.C.). In età cristiana (forse dal IV secolo)
Lipari fu sede vescovile e almeno fin dal VI secolo
erano venerate nella sua cattedrale le reliquie
dell'apostolo S. Bartolomeo, giunte miracolosamente
dall'Armenia. Nei secoli dell'alto medioevo Lipari
fu meta di pellegrinaggi. Intorno alle isole Eolie
fiorisce nell'alto medioevo messe di tradizioni.
Il cratere di Vulcano
veniva considerato come la bocca dell'inferno, in
cui bruciavano le anime dei peccatori. Altre
leggende fioriscono intorno al santo vescovo Agatone
e all'eremita S.Calogero che liberava l'isola dai
diavoli e faceva sgorgare le acque salutari.
Nell'alto medioevo si
ebbe un improvviso risveglio
dell'attività vulcanica nell'isola di Lipari. Nell'
839 Lipari fu aggredita e distrutta da un'incursione
di Musulmani, che massacrarono e deportarono in
schiavitù la popolazione e profanarono le reliquie
di S.Bartolomeo.
Lipari rimase per alcuni
secoli quasi totalmente deserta, fino alla
riconquista della Sicilia da parte dei Normanni, che
nel 1083 installarono a Lipari l'abate Ambrogio con
un nucleo di monaci benedettini. Intorno al
monastero tornò a formarsi un nucleo urbano.
Nel 1131 fu ricostituita
la sede vescovile di Lipari unita a quella di Patti.
Roberto I re di Napoli, nel 1340, si impadronì di
Lipari. Nel 1544 la città fu saccheggiata dal
feroce corsaro Ariadeno Barbarossa, che portò via
gli abitanti come schiavi. Lipari venne
successivamente riedificata e ripopolata da Carlo V
e da allora seguì le sorti della Sicilia e del
reame di Napoli.
Informazioni generali
L' arcipelago Eoliano è
formato da sette isole disseminate, su un arco di 90
km di mare, lungo la costa nord occidentale della
Sicilia, nel mar Mediterraneo. L' arcipelago
comprende vari isolotti e sette isole maggiori:
Lipari, Salina, Vulcano, Stromboli, Panarea, Alicudi
e Filicudi. Le Eolie rappresentano la parte emersa
di alcuni vulcani di origine geologicamente recente.
Questa origine è testimoniata da persistenti
fenomeni vulcanici, da sorgenti di acqua calda
sottomarine, dalle fumarole di Lipari e Panarea, le
bocche perennemente attive di Stromboli ed i fanghi
termali , di grande effetto terapeutico.
Le più vecchie sono
Alicudi e Filicudi, che hanno circa un milione di
anni. Le più giovani sono quelle più attive
vulcanicamente: Vulcano e Stromboli. Felicemente
situate da un punto di vista geografico, le Lipari
godono del clima mite e temperato tipicamente
mediterraneo. Le isole sono prevalentemente rocciose
o sabbiose, con coste alte e scoscese, una stentata
vegetazione di arbusti (eriche, ginestre), fichi d'
india, olivi; il clima è molto mite ma le
precipitazioni sono molto scarse e le sorgenti quasi
nulle, sicché l' acqua potabile, un tempo raccolta
in apposite cisterne, è oggi essenzialmente portata
via mare dalla Sicilia.
La fauna ricca di specie
in via di estinzione: falco, l' uccello delle
tempeste e l'ormai estinta foca monaca di Filicudi.
Il turismo è divenuto,
grazie anche ai rapidi collegamenti con aliscafi e
battelli, la principale risorsa delle isole, oggi
mete balneari anche molto affollate (in particolare
Lipari, Panarea e Salina; più appartate rimangono
Alicudi e Filicudi, famosa quest' ultima anche per
la suggestiva grotta del Bue Marino), che sono assai
frequentate da chi pratica la pesca subacquea. Un
ruolo molto più modesto hanno ormai le tradizionali
attività, come la viticoltura, l' estrazione e
lavorazione della pietra pomice, la pesca, la
raccolta dei capperi.
GEOLOGIA DELLE ISOLE
EOLIE
Le isole Eolie
sono isole vulcaniche attive nel Tirreno
meridionale. Fra esse vanno considerate vulcani
attivi Stromboli, Lipari e Vulcano (con la sua
penisoletta Vulcanello).
L'attività di Stromboli
consiste in esplosioni quasi continue a bassissima
energia, con lancio di scorie magmatiche da una
delle bocche eruttive che si trovano all'interno del
cratere.
L'ultima eruzione di
Vulcano ha avuto luogo circa un secolo fa (1894).
L'ultima eruzione di
Lipari ha avuto luogo in epoca romana (dal punto di
vista della vita di un vulcano, il tempo trascorso
da allora è molto breve e comunque non sufficiente
a far considerare estinta l'attività vulcanica
sull'isola di Lipari).
Durante il Mesozoico la
Sicilia Orientale è stata sede di uno sporadico
vulcanismo basico-alcalino distensivo seguito da un
periodo di stasi.
Durante l'era
Quaternaria si possono riconoscere due tipi di
vulcanismo contemporanei:
-
il vulcanismo
basaltico distensivo (Etna, Iblei, Ustica,
Canale di Sicilia).
-
il vulcanismo di
convergenza tra le placche (Isole Eolie).
Le Isole Eolie fanno
parte di un sistema arco-fossa-bacino marginale che
è il risultato della collisione tra le placche
convergenti Africana ed Euroasiatica.
L'arco metamorfico
è rappresentato dall'arco cristallino
Calabro-Peloritano.
Le isole Eolie
rappresentano il fronte vulcanico mentre il bacino
marginale di retroarco è dato dal piano abissale
del Tirreno. La crosta è continentale da entrambi i
lati del contatto delle placche mentre è di natura
oceanica sotto la zona abissale del Tirreno.
Il vulcanismo delle
Isole Eolie è di età recente (all'incirca 1
milione di anni) e si possono distinguere due fasi.
Durante la prima fase si
formano le isole di Alicudi, Filicudi, Panarea,
parzialmente, Salina e Lipari.
Dopo un periodo di stasi
nel Pleistocene superiore si ha una seconda fase con
il completamento di Lipari e Salina e la nascita di
Vulcano e Stromboli. Il vulcanismo eoliano
è caratterizzato da una evoluzione nella
composizione dei prodotti emessi.
MANIFESTAZIONI TERMALI
L'arcipelago Eoliano
è centro di attrazione, non solo per la
varietà delle sue bellezze naturali, ma anche per
le sue acque termali
di alto valore terapeutico. Tali manifestazioni
postvulcaniche si riscontrano a Vulcano, a Lipari e
a Panarea.
Finora le acque e i
fanghi, sfruttati con sistemi primordiali, hanno
dato sempre ottimi risultati. Oltre che nelle
affezioni delle articolazioni, le acque e i fanghi
di Vulcano riescono molto efficaci nelle nevralgie e
nevriti, nelle affezioni vasali, nelle flebiti e
ulcere varicose, nelle malattie dell'apparato
genitale femminile e nelle affezioni dermatologiche.
Per Vulcano, trattandosi
di fanghi vulcanici naturali ad alto contenuto di
radon e anche di acque termali il criterio della
scelta dal punto di vista dell'attività curativa
può considerarsi esclusivo.
Le acque termali di
S.Calogero, famose anche durante l'impero di Roma,
sono state esaltate in ogni epoca.
Si tratta di acque
salso-solfato-bicarbonato-sodiche-ipertermali.
ARCHEOLOGIA
Gli scavi stratigrafici,
eseguiti in varie isole (soprattutto a Lipari) e
ampiamente illustrati nel
Museo Archeologico Eoliano
situato nel castello di Lipari, hanno fornito un
quadro della successione di diverse civiltà , dal
Neolitico alla colonizzazione greca. L'altura del
castello costituisce l'acropoli di Lipari greca, di
cui rimangono resti delle fortificazioni, non
anteriori al IV secolo a.C., e di edifici di
età ellenistica e romana. Gli scavi delle necropoli
attestano la notevole ricchezza di Lipari
soprattutto nella seconda metà del sec.IV a.C. con
vasi figuranti italioti e una vasta serie di
terrecotte di argomento teatrale (figurine di
attori, maschere tragiche e comiche, ecc.). In
età romana, dopo una certa prosperità sotto
Augusto, Lipari non ebbe importanza particolare e
scarsissime sono le testimonianze artistiche dei
secoli successivi.
L'Acropoli di Lipari si
è rivelata, ai recenti scavi, dal 1950 in poi, come
un immenso archivio nel quale sono conservati, in
regolare sovrapposizione stratigrafica, le
testimonianze di tutte le civiltà che si sono
succedute nelle isole attraverso il neolitico e
l'età dei metalli, fino alla piena età storica.
La serie stratigrafica
liparese costituisce oggi uno dei cardini su cui
s'impernia la ricostruzione della preistoria di
tutti i paesi bagnati da questo Mare.
La zona archeologica si
estende a Ovest della strada principale che porta
alla Cattedrale ed è divisa in due parti dalla
strada che dà accesso alle chiese dell'Immacolata e
dell'Addolorata. Sotto il livello delle case
ellenistiche e romane si estendono gli strati
dell'età ausonica, con più ordini di capanno
sovrapposte.
Nella grande trincea a
Sud, l'Ausonio II (prima età del ferro)
è rappresentato solo da un breve tratto superstite
del muro perimetrale di una capanna, di cui è stato
trovato anche all'interno il focolare.
Nell'area a Nord, a
questo periodo corrispondono resti di due distinte
capanne sovrapposte. Delle costruzioni di questa
età resta poco a causa delle loro scarse
profondità . Ancor minori sono i resti edilizi
riferibili al sottostante strato Ausonio I (tarda
età del bronzo) 1250-1150 a.C. Cospicui resti si
hanno invece del villaggio della media età del
bronzo (civiltà del Milazzese, 1400-1270 a.C.).
A questa età appartiene
un gruppo di capanne ovali assai ravvicinate fra
loro. Si tratta di capanne con muro perimetrale
costruito con pietrame a secco e che dobbiamo
supporre coperte con tetti di frasche e di stoppie,
forse rivestite con un impasto di argilla e paglia o
alghe marine.
Le capanne della media
età del bronzo si sovrappongono a più antiche
capanne, di identica forma, appartenenti alla prima
età del bronzo.
Il deposito archeologico
scende per altri quattro o cinque metri al di sotto
del suolo delle capanne della prima età del bronzo.
Nella zona
settentrionale dello scavo sono molto più cospicui
che nella meridionale i resti dell'Ausonio II
rappresentato da una grandiosa capanna rettangolare
a spigoli arrotondati.
Sotto il suolo
l'approfondimento degli scavi ha messo in luce resti
di altre capanne più antiche della media e della
prima età del bronzo, culture del Milazzese
e di Capo Graziano. Interessante è la
struttura di questa grande capanna la cui ossatura
portante era in legname. Restano gli incavi dei pali
nella muratura della parete che aveva funzione di solo
tamponamento. A Nord della grande capanna e dei suoi
annessi che si sviluppano allo stesso livello sono
due grandi capanne dell'Ausonio I di cui quella in
primo piano è di forma perfettamente circolare e
forse coperta a volta come un trullo, ed
è preceduta verso Nord da un andito di ingresso
fiancheggiato da un muro rettilineo.
L'altra, dietro ad essa
è di forma più ovale, più allungata.
È chiarissima la
sovrapposizione di resti di cinque diverse età ,
Ellenistico, Ausonio II, Ausonio I, Milazzese e Capo
Graziano.
Nella zona a Nord del secondo Cardo si ha una
interessante capanna dell'Ausonio I di insolita
forma rettangolare e sul pendio di fronte resti
molto mutili di capanne della media e della prima
età del bronzo