Cenni storici
Vulcano
veniva chiamata dai greci "l'isola di fuoco"
dove gli Dei fabbricavano le armi degli eroi. In
tempi più recenti, il Campis riferiva che
dall'isola si ricavavano notevoli quantità di
legname, di allume e di zolfo. Lo sfruttamento
minerario, iniziato nel periodo dei romani,
continuò fino all'epoca dei Borboni. Dopo la caduta
di questa dinastia, nel 1860, la parte
settentrionale dell'isola fu acquistata dal
britannico Stevenson, che vi costruì una villa,
riattivò le miniere e piantò i primi vigneti. Fece
costruire una mulattiera che si spingeva dentro la
voragine del cratere, dove vennero fabbricati
ricoveri in muratura per gli operai. Nel 1888,
l'ultima eruzione del vulcano convinse Stevenson ad
andarsene e a vendere tutto. Gli abitanti delle zone
di Gelso e Piano, contadini e pastori, furono gli
ultimi rimasti e i soli a formare la popolazione
dell'isola. L'avvio di una rudimentale agricoltura,
sopratutto basata sulla vite, riattivò l'interesse
per la bellissima isola, che è oggi una delle mete
preferite dai turisti nell'arcipelago eoliano.
Escursioni via
terra Vulcanello
è una penisoletta alta 123 metri e sorta in
seguito ad un' eruzione vulcanica sottomarina. Su
questo promontorio la vegetazione è varia e, nella
parte nord, si trova la Valle dei Mostri, che prende
il nome dalle particolari forme della roccia lavica
situata in mezzo alla sabbia nera, modellata nel
tempo dagli agenti atmosferici. Sabbie nere, la
spiaggia più frequentata dell' isola, si trova nel
porto naturale di Ponente ed è caratteristica per la
finissima sabbia nera di origine vulcanica. Con una
passeggiata di circa 2 Km, si raggiunge la contrada
di Lentia, posta nella parte nord occidentale dell'
isola, dalla quale si possono ammirare l' Etna e le
isole dell' arcipelago. Dall' inizio della strada
che porta al piano si diparte un sentiero che si
arrampica fino ai bordi del cratere. Vulcano Piano
si trova nella parte alta dell' isola, a circa 7 Km
dal Porto di Levante. Percorrendo un sentiero in
direzione nord, si raggiunge Capo Grillo dal quale,
nelle giornate limpide, si ammirano le isole vicine,
la chiesa dei S. Angeli custodi, costruita negli
anni trenta, e le ````Grotte Ferlazzo" dove da oltre
dieci anni si celebra il presepe vivente. Infine,
seguendo la strada che dal piano raggiunge il
versante sud dell' isola, si arriva al piccolo borgo
di Gelso, caratteristico per il suo faro e per la
spiaggia.
Trekking ALLA
FOSSA DELLA FUCINA: La fucina degli Dei si raggiunge
abbastanza agevolmente. Una volta arrivati sulla
cima del vulcano, si è sopraffatti dall' odore acre
dei gas sulfurei; numerose, infatti, sono le
fumarole e le zolfatare. Il paesaggio, come lunare,
presenta ancora le tracce delle ultime eruzioni
vulcaniche. Lungo la discesa si consiglia la sosta
alla pozza dei fanghi.
Escursioni via mare Si inizia il giro
partendo dal Porto di Levante, caratteristico per le
sue fumarole e per le sorgenti termali. Facendo
rotta in direzione nord-ovest si aggira la
penisoletta di Vulcanello; superato il canale che
separa Lipari da Vulcano e continuando a costeggiare
l'isola verso sud, si raggiunge la Grotta del
Cavallo, al cui interno il riverbero dei raggi
solari crea fantastici giochi di luce e di colori.
Proseguendo nell' itinerario, si giunge al faro, in
località Gelso, e si prosegue facendo ritorno al
porto di Levante.
Itinerari subacquei
La Franata dell'Arcipelago Si inizia la
discesa nel tratto di costa che divide due alberghi
costruiti sulla costa. Il fondale scende molto
gradualmente per diverse decine di metri, formando
un ampio pianoro tra i 3 e i 10 metri, coperto da
un' alternanza di piccoli scogli e ampie chiazze di
posidonia. Spostandosi allora verso Lipari, si segue
una direzione perpendicolare alla costa, fino ad
individuare l' inizio di una discesa piuttosto
ripida. I primi metri, tra i 10 e i 20, sono
caratterizzati dalla presenza di una franata di
piccoli sassi. Superato questo tratto, fino ad
attestarsi tra i 35 e i 45 metri di profondità, le
dimensioni dei massi che compongono la franata
aumentando decisamente rendendo il fondale molto più
spettacolare.
La Parete della Sirenetta Scendere lungo
le pendici di un cono vulcanico attivo non è una
esperienza che capita tutti i giorni. Il punto d'
inizio è il porto di Vulcano: costeggiando l' isola
per diverse centinaia di metri, ad un certo punto
appare un grande scoglio, sormontando dalla statua
di una sirena che emerge a poca distanza dalla
costa. Ci si trova su una piattaforma rocciosa che
cede improvvisamente il posto ad una vertiginosa
parete; a pochi metri dal ciglio, il fondale inizia
a degradare rapidamente. I possenti bastioni di lava
nera cadono decisi verso la sabbia che a sua volta
prosegue verso gli abissi, seguendo una pendenza
elevatissima: ad una quindicina di metri di
profondità vale la pena di fare tutto il giro dello
scoglio della Sirenetta, caratterizzato da grandi
massi appoggiati sul fondo. In alcuni tratti la
sabbia è giallo-rossastra; si notano anche emissioni
gassose e acqua calda che risale dal fondale.
Seguendo il limite tra le rocce della costa e l'
inizio del pianoforo, si notano alcune cavità.
Capo Grosso Capo Grosso è una bizzarra
struttura rocciosa che si allunga verso il mare
aperto come se fosse una fortificazione costruita
per ostacolare le onde provenienti da sud. La parete
è infatti assolutamente verticale in ogni suo punto
e non presenta mai tratti pianeggianti sui quali
trovare un appoggio. La discesa verso i fondali più
alti è repentina. La cosa più suggestiva di questa
immersione è una specie di rampa incisa nella roccia
della parete completamente coperta di Astroides.
Lo scoglio Quaglietto La cala che si
apre tra Capo Testa Grossa e lo Scoglio del
Quaglietto è di sicuro una delle più belle di tutto
l' arcipelago. Si scoprono delle bellissime piscine
naturali dall' acqua cristallina del colore dello
smeraldo: il luogo è noto come il "bagno delle
Vergini". Alla fine della cala si apre un' ampia
grotta, in cui è possibile entrare con la barca,
chiamata Grotta del Cavallo. Al centro della
spelonca, poggiata sul fondo sabbioso, si erge una
statua raffigurante una Madonna, posata su un
Circolo Subacqueo. Alla fine della cavità si
incontra un fittissimo branco di gamberi rossi.
Capo Testa Grossa Osservando Capo Testa
Grossa dal mare, noteremo che si tratta di una
propaggine massiccia che termina con una parete
piuttosto allungata, che scende nel mare con un
andamento nord-sud. Da qui si scende in acqua nella
cala a nord del capo, in prossimità delle rocce.
All' interno della cala, infatti, la roccia cade a
picco formando una parete verticale molto
concrezionata dove si trovano bellissime colonie di
spugne. A livello della punta vera e propria ci si
troverà in un ambiente davvero suggestivo: la parete
scende in acqua verticalmente ma è molto articolata.
Le rocce sono frastagliate in picchi, canali e
rientranze. Questa imponente morfologia continua per
diversi metri, fino a profondità piuttosto elevate,
superiori ai 50 metri.
GEOLOGIA DELL'ISOLA DI
VULCANO
Vulcano
è l'unica isola dell'arco Eoliano che, assieme
all'isola di Stromboli, presenta attività vulcanica
attuale. Il Vulcanismo dell'isola ha avuto inizio
durante il Pleistocene Superiore, dando luogo alla
formazione dello strato-vulcano centrale di
"Vulcano primordiale". Il primo ciclo di
attività si concludeva con il collasso della
Caldera del Piano, parzialmente colmata dai prodotti
di un'intensa attività infracalderica.
La formazione degli
ammassi lavici riolitici ed alcali-riolitici che
costituiscono i M.ti Lentia aveva luogo
successivamente, verso la fine Pleistocene. La
formazione della caldera che ospita il cono attivo
della Fossa di Vulcano, è da attribuirsi all'inizio
dell'Olocene. L'evoluzione magmatologica della Fossa
è caratterizzata dalla successione tefriti a
leucide-trachiti potassiche; termini riolitici si
rinvengono tra i prodotti di età storica. Ad
un'attività vulcanica di attività storica (183 a.C.-1550
d.C.) è da attribuire la formazione della penisola
di Vulcanello, costituita da tefriti a leucite e
trachiti potassiche, in una sequenza evolutiva
simile a quella della Fossa. Sulla base delle
evidenze petrochimiche viene suggerita un'origine
profonda dei magmi primari di Vulcano, che si
sarebbero prodotti per fusione parziale del
mantello, al di sopra della zona di subduzione, con
probabili apporti da parte dello "slab" subdotto.
L'attività eruttiva di
Vulcano rappresenta uno stadio tardivo nella
dinamica dell'arco Eoliano e come tale differisce
chiaramente da quella che ha prodotto la serie
calco-alcaline delle isole più antiche. La
sismicità attuale, con profondità focali comprese
tra 200 e 350 km nell'area dell'arco, presenta una
significativa correlazione con il carattere
potassico dei vulcani attivi di quest'area.
FANGHI DI VULCANO
La "Pozza" termale
situata a pochi passi dal Porto nell'isola di
Vulcano è alimentata, ininterrottamente, da
innumerevoli bolle dalle quali fuoriescono vapori sulfurei, acqua salmastra e fango argilloso ad
altissimo contenuto di zolfo. Queste sono le tre
componenti fondamentali del bagno e chiariscono,
come sia praticamente impossibile lo sviluppo di
eventuali forme patogene.
Seguendo le ultime
indicazioni sulle cure termali, che vogliono che
tutte le stazioni abbiano una loro specializzazione,
per evitare errori fatti in passato quando ad alcune
venivano attribuite qualità miracolose per molte
affezioni, la sorgente termale di Vulcano
può essere senza dubbio utile a tre grandi gruppi
di patologie:
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