Bartolo Ruggiero,
conosciuto da tutti come Bartoluzzo, il
cantore delle Eolie.
VIVERE
DIVINO
Danilo
Conti, enotecario nelle Eolie, è anche distributore e
rappresentante. Inoltre sta seguendo un progetto di una
nuova azienda. “I consumi? Le isole minori sono mondi a sé”
L’uomo dell’uva di Lipari
Articolo tratto da :
Cronache di gusto (ottobre 2008)
Danilo Conti è
enotecario, distributore e rappresentante di vini a Lipari,
nelle Eolie. Sull’insegna della sua enoteca, proprio al
porticciolo di Marina Lunga, si legge: “Vino & Co”, enoteca
e altro (www.vinoeco.com). Gli abbiamo chiesto un’opinione
sulla stagione turistica 2008 appena conclusa, il tipo di
mercato, i consumi e il pubblico delle Eolie, di certo
fortemente turistico, internazionale e locale al tempo
stesso.
Danilo, qual è il tuo ambito
commerciale?
“Gestisco
con mia moglie un’enoteca qui a Lipari, distribuisco
all’ingrosso su tutte le Eolie e sono anche rappresentante
per alcune aziende vitivinicole. Seguo inoltre un progetto
di una azienda vitivinicola di Lipari, si chiama ‘Tenuta
di Castellaro’”.
Su quali livelli si sono
attestati i consumi delle Eolie questa stagione 2008?
“Devo premettere che i consumi sono molto diversi a secondo
dell’isola, quasi dei mondi a sé. Lipari e Salina hanno la
varietà e la disponibilità maggiore su tutti i produttori
siciliani. A Panarea invece non c’è un legame preciso con
alcun produttore, si consuma molto ma c’è la frenesia di
consumare tutti gli acquisti entro la stagione. Stromboli
segue le mode e le tendenze, e non solo sul vino. Ad
esempio, tra i Rum si consuma molto Varadero e niente Havana
Club. Strano. In generale, i consumi sono in calo su tutte
le isole. La mia quota di business è invece in crescita”.
Spiegati
meglio.
“Partiamo dalla situazione attuale: le isole Eolie hanno
avuto in questa stagione estiva 2008 un notevole calo delle
presenze turistiche, che quantificherei dal 35% al 45%. Da
questo fatto, incontestabile, se ne deduce facilmente che i
consumi sono conseguentemente diminuiti. Una stagione
incerta”.
Eppure la tua quota
affari è in crescita. Come mai?
“I ristoratori sono particolarmente sensibili ai flussi
turistici. Anch’essi sono stagionali, come i turisti,
ritrovandosi così due tipi di preoccupazioni: da una parte -
specialmente in questi ultimi anni - si stanno confrontando
con un pubblico più informato, competente che in ogni caso
chiede assortimento; dall’altro vogliono rischiare meno a
causa della imprevedibilità dei flussi turistici. Se resta
del vino non consumato, dopo 8 o 9 mesi questo potrebbe
essere irrimediabilmente rovinato, soprattutto quello di
media-bassa qualità. Io risolvo loro dei problemi”.
In che modo?
“Offro loro la consulenza, scegliendo con
loro quei vini che meglio si adattano ai loro piatti. In
questo modo acquistano molte meno bottiglie, hanno una buona
carta vini, non hanno magazzino, non rischiano che avanzi a
fine stagione. Il piccolo sovrapprezzo che pagano è
ampiamente superato dai benefici. Se hanno dei consumi più
grandi, invece, dismetto i panni del consulente per mettere
quelli del rappresentante. Per cui è come se comprassero
dalla cantina. I risultati dopo due anni sono molto
positivi, molti preferiscono questo tipo di accordo”.
Oltre ai clienti
“professionali”, che tipo di clienti hai in enoteca?
“I miei clienti professionali sono circa 150. L’enoteca
resta comunque un’attività importante, soprattutto con la
clientela vip. Al porto attraccano yacht incredibili e
quando entrano qui comprano di tutto, senza limite di spesa
ed in gran quantità dovendo fare cambusa. Ho una speciale
selezione di champagne, vini francesi, tedeschi e austriaci,
oltre una scelta di vini biologici-biodinamici”.
Parlaci della azienda
Tenuta di Castellaro di cui adesso sei direttore
commerciale.
“Tenuta di Castellaro è una nuova azienda estesa circa 3
ettari, a novembre se ne aggiungeremo altri 5. Due ettari
sono vitati a malvasia e corinto nero, un ettaro a nero
d’Avola. Dal punto di vista agricolo ed enologico abbiamo
come consulente Salvo Foti. Il tipo di suolo è vulcanico,
Salvo è grande specialista. Tutte le vigne sono state
impiantate per essere allevate con l’antico e tradizionale
sistema di coltivazione siciliano: l’alberello con tutore in
legno di castagno. La densità è di circa 9.000 ceppi per
ettaro. La vigna è orientata a nord/ovest e collocata a
circa 400 metri sul livello del mare. È possibile vedere i
vigneti on-line da una webcam accesa 24 ore su 24 da
www.tenutadicastellaro.it”.
Avete un obiettivo
specifico?
“Un’ambizione, quella di produrre i vini migliori delle
Eolie. Quindi rivitalizzare l’intero comparto agricolo
liparota”.
Un progetto immagino
costoso. I vini sono già sul mercato?
“No, la prima vendemmia utile è il 2008, quindi
saremo sul mercato nel 2010. Quattro i vini in preparazione:
un bianco, elegante e minerale; un rosso a macerazione
carbonica da uve corinto, da bere giovane; un rosso
importante a base nero d’Avola; una malvasia delle Lipari
passita, prodotta secondo l’antica tradizione, e cioè con
appassimento delle uve sui 'cannizzi' (graticci, ndr) e
sulla pietra nera. Per quanto riguarda i capitali, no, la
proprietà e i capitali non sono siciliani”.
Francesco Pensovecchio
(Articolo tratto da:
Cronache di gusto (ottobre 2008)) |