Il paesaggio vegetale delle Eolie
La formazione dell'arco vulcanico delle
Eolie è avvenuta durante gli ultimi 500.000
anni (secondi le ultime datazioni effettuate
dai vulcanologi) e, a differenza di molte
isole mediterranee, in totale autonomia
rispetto alle terre emerse vicine, con le
quali l'arcipelago sembra non essere mai
entrato in contatto territoriale. I
popolamenti vegetali e animali che le Eolie
ospitano sono dunque il risultato di processi
di colonizzazione (attiva o passiva) delle
isole, cui, durante le ultimi 7000 anni , ha
concorso anche l'uomo , introducendo numerose
piante e animali.
ll paesaggio vegetale delle Eolie si
presenta oggi abbastanza diversificato , a
secondo delle caratteristiche geografiche e fisiografiche delle singole isole. Nei coltivi
abbandonati si sono insediate praterie a
graminacee, anche di rilevante
estensione, come quelle del versante
occidentale di Lipari; durante la stagione
primaverile, questi ambienti sono ravvivati
dalla fioritura di molte specie di orchidee
selvatiche, come le piccole ofridi gialle (Ophrys
lutea) o ofridi fior di vespa (Ophrys
tenthredinifera), o la più comune orchidea
italica (Ophrys italica), gli aspetti
più termofili di questa vegetazione steppica
ospitano una interessante graminacea
nord-africana, il Cenchrus ciliaris,
presente in Italia limitatamente alle Eolie e
a poche stazioni in Sicilia.
Sui suoli vulcanici più acidi si estendono
vaste cistete a cisto a fiori rosa (Cistus
salvifolius), cisto a fiori bianchi (Cistus
creticus) e, più localizzato, cisto di
Montpellier (Cistus monspeliensis);
esempi di particolare pregio di questa
vegetazione si osservano a Vulcano (Valle di
Lentia), Panarea (Punta del Corvo), Lipari
(San Salvatore); a maggiore quota e in
presenza di particolari condizioni
microclimatiche, la cisteta tende a divenire
più fitta e a trasformarsi in un'altra
macchia, dove prevalgono il corbezzolo (Arbutus
unedo), l'erica (Erica arborea), la
ginestra (Spartium junceum) e in alcune
località, il leccio (Quercus ilex)
e il castagno (Castanea sativa), quest'ultimo
probabilmente introdotto in epoca romana.
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Orchidea italica
(Ophrys italica) |
Cisto a fiori bianchi
(Cistus
creticus) |
Corbezzolo
(Arbutus unedo) |
Le formazioni di macchia-foresta presente è
stata la motivazione principale
dell'istituzione di una Riserva Naturale
Orientata, una delle prime aree protette sorte
in Sicilia: a questo a fatto seguito
l'istituzione di altre riserve in tutte le
isole maggiori, eccetto Lipari, e di due
Riserve Naturali Integrali sul gruppo di
isolotti a Est di Panarea (Basiluzzo, Lisca
Bianca, Bottaro, Dattilo) e su Strombolicchio.
Le pendici più impervie e sassose dei vulcani
eoliani rappresentano ambienti altamente
selettivi per le specie vegetali, dove solo
poche pionieri riescono ad insediarsi: fra
queste, la più diffusa è la ginestra del
Tirreno (Ginestra Thyrrena), una
leguminosa endemica delle Eolie e delle isole
Ponziane che fiorisce tra maggio e giugno,
colorando di un vivace giallo sia la sommità
dello Stromboli e del Gran Cratere, sia buona
parte delle coste dell'arcipelago, dove la
specie è piuttosto comune.
Le rupi esposte a Nord e a Ovest ospitano una
flora peculiare, ricca di endemiti: il
garofano vellutato delle Eolie (Silene
hicesiae), il garofano delle rupi (Dianthus
rupicola ssp.aeolicus) e il fiordaliso
delle Eolie (Centaurea aeolica) sono
esclusive dell'arcipelago; l'iberide florida (Iberis
semperflorens), la finocchiella di Boccone
(Seseli bocconei) e numerose altre sono
invece endemiche della Sicilia o dell'aerea
tirrenica, abbastanza rare, e rappresentano
anche esse una parte espressiva della
biodiversità di queste isole. Gli aspetti più
interessanti di questa vegetazione si
osservano nelle falesie occidentali di Panarea;
a Stromboli, invece, le rupi delle Schicciole
ospitano un altro interessante endemita
eoliano, il citiso delle Eolie (Cytisus
aeolicus), un alberello della famiglia
delle leguminose presente esclusivamente in
per la cui conservazione è stato varato un
progetto Life-Natura denominato "Eolife99",
era nota come foraggera già in età greca: le
sue qualità vennero infatti descritte da
Teofrasto, che la indica come "colitia delle
Eolie".
Le poche spiagge sabbiose ospitano una
vegetazione dunale e retro-dunale piuttosto
impoverita; a Cala degli Zimmari (Panarea),
all'inizio della primavera fioriscono specie
abbastanza rare nel loro areale di
distribuzione, come la crucifera (Malcomia
ramosissima) e la campanulacea (Wahlenbergia
nutabunda).
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il fiordaliso delle Eolie (Centaurea
aeolica |
l'erica (Erica arborea) |
la granata rupicola
(Bassia saxicola) |
Più diffusa è la vegetazione delle rupi
costiere e delle scogliere eoliane,
caratterizzata dalla presenza di una
Plumbaginacea endemica dell'arcipelago e del
vicino Capo Milazzo, i Limonium minutiflorum,
e di altri pianti più comuni, come il
finocchio marino (Crithmum maritimum) e
la carota selvatica (Daucus
gingidium). Inoltre, sulle rupi a picco
sul mare dell'Isolotto di Strombolicchio, a
Nord-Est di Stromboli, è confinata una delle
due uniche popolazioni mondiali di una
Chenopodiacea, la granata rupicola (Bassia
saxicola) (l'altra popolazione è presente a
Capri), una delle specie più rare e minacciate
dell'intera flora europea.
Per più informazioni
sugli aspetti naturalistici dell'arcipelago
consigliamo di:
-visitare le sezioni di Paleontologie del
Quaternario, Biogeografia Insulare Generale e
Biogeografia Eoliana, allestita presso il
Museo Archeologico Regionale "Luigi Bernabò
Brea" di Lipari,
- contattare "Nesos"
(associazione per lo sviluppo del
turismo culturale e naturalistico e per la
promozione di ricerche sull'ambiente e la
cultura delle isole minori del Mediterraneo),
con sede a Lipari in Corso Vittorio Emanuele,
24 - tel./fax: 090 9812953 - e-mail:
nesos@nesos.org