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Le maschere al museo di Lipari                                                   

La più completa documentazione presente in Italia
sul costume scenico dell’antica Ellade

Teatro greco, culto e misteri

A Lipari statuette e maschere dai corredi funerari

The most comprehensive documentation in Italy
On the stage costume of ancient Hellas

Greek theater, worship and mysteries

On Lipari statuettes and masks from grave goods
 

Una straordinaria raccolta di maschere e di statuette a soggetto teatrale ritrovate nei corredi tombali del IV e III secolo a.C. e conservate nella sezione classica del Museo Eoliano di Lipari, documentano un poco noto culto di Dioniso presente nell'arte funeraria della Magna Grecia. Si tratta di terrecotte di argomento teatrale del IV e III secolo, più di un migliaio di pezzi che costituiscono in Italia la più ricca, completa e antica documentazione relativa al costume scenico dell'età greca. Statuette di attori comici, satiri e sileni e modellini di maschere della tragedia, del dramma satiresco e della commedia che gli attori del teatro greco (tutti maschi) portavano sempre sul volto quando recitavano.

Il fatto che queste terrecotte siano state trovate nei corredi funebri, rivela la stretta  connessione con il culto dei defunti con quello dionisiaco. Dioniso è infatti il dio del vino, dell'ebbrezza e dell'estasi che porta gioia alle riunioni conviviali ed è anche il dio del teatro che ha avuto origine in Grecia nelle feste in suo onore. Ma Dioniso è anche il dio che permetteva a coloro che erano stati iniziati ai suoi misteri di attingere alle eterne beatitudini dell'al di là. La stretta connessione tra il teatro e il dionisismo funerario è presente in questo periodo in tutta la Magna Grecia e in Sicilia e assume a Lipari un aspetto particolarmente ricco e documentato. Infatti le piccole maschere scoperte all'interno delle tombe, inoltre, non sono isolate ma sono state ritrovate in gruppi di due o più (fino a otto) e certo in associazioni non casuali: esse corrispondono infatti ai personaggi delle tragedie di Sofocle ed Euripide o delle commedie di Aristofane. Alcune di esse rappresentano "tipi" come il giovane eroe, il vecchio, l'etera, altre individuano personaggi precisi: Paride, Elena, Giocasta, Ecuba ecc. e hanno in comune una straordinaria espressività e caratterizzazione che fa supporre che non si tratti di una produzione di artigianato locale, quanto piuttosto una riproduzione di prototipi ateniesi ispirati a loro volta alle maschere originali create dai tragediografi stessi in occasione della presentazione delle loro opere ai concorsi ad Atene.
Oltre alle maschere della tragedia, del dramma satiresco e della "commedia antica", vi sono nelle collezioni liparesi anche diverse straordinarie statuette che rappresentano attori della "commedia di mezzo" che si sviluppò dalla seconda metà del IV secolo (cioè dalla morte di Aristofane all'affermarsi della commedia di Menandro) e di cui non ci è rimasto alcun testo originale, per cui queste statuette costituiscono l'unica importante documentazione. I quattrocento e più personaggi di questo mondo antico, che vengono ora perfettamente riprodotte dagli artigiani di Lipari per essere vendute ai turisti come souvenir, sembrano voler perpetuare nel presente gli inganni, gli amori, le debolezze, le vanità, le miserie immutabili nella commedia umana.

An extraordinary collection of masks and figurines with theatrical subjects found in grave goods from the 4th and 3rd centuries B.C.E. and preserved in the Classical section of the Aeolian Museum on Lipari document a little-known cult of Dionysus found in the funerary art of Magna Graecia. These are terracottas of theatrical subject matter from the 4th and 3rd centuries, more than a thousand pieces that constitute the richest, most complete and ancient documentation of stage costume in Italy from the Greek era. Statuettes of comic actors, satyrs and sylenes, and models of masks from tragedy, satyric drama, and comedy that Greek theater actors (all male) always wore on their faces when acting.
The fact that these terracottas were found in grave goods reveals the close connection of the cult of the dead with the Dionysian cult. Dionysus is indeed the god of wine, intoxication and ecstasy who brings joy to convivial gatherings, and he is also the god of theater who originated in Greece in festivals in his honor. But Dionysus is also the god who allowed those who were initiated into his mysteries to tap into the eternal blisses of the beyond. The close connection between theater and funerary Dionysism is present throughout Magna Graecia and Sicily during this period, and it takes on a particularly rich and documented aspect on Lipari. In fact, the small masks discovered inside the tombs, moreover, are not isolated but have been found in groups of two or more (up to eight) and certainly in non-random associations: in fact, they correspond to characters from the tragedies of Sophocles and Euripides or the comedies of Aristophanes. Some of them represent “types” such as the young hero, the old man, the ether, others identify specific characters: Paris, Helen, Jocasta, Hecuba, etc., and they have in common an extraordinary expressiveness and characterization that suggests that they are not a production of local craftsmanship, but rather a reproduction of Athenian prototypes inspired in turn by the original masks created by the tragedians themselves when presenting their works at competitions in Athens.
In addition to the masks of tragedy, satirical drama, and “ancient comedy,” there are also several extraordinary statuettes in the Liparean collections representing actors of the “middle comedy” that developed from the second half of the fourth century (that is, from the death of Aristophanes to the rise of Menander's comedy) and of which we have no original text left, so these statuettes constitute the only important documentation. The four hundred or more characters of this ancient world, which are now perfectly reproduced by Lipari artisans to be sold to tourists as souvenirs, seem to want to perpetuate in the present the deceptions, loves, weaknesses, vanities, and miseries immutable in human comedy.
 

Giovanna Grossato

IL GIORNALE DI VICENZA Martedì 15 Luglio 2003 cultura  


 

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