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22 novembre 2024

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Isole Eolie

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Cenni storici

Le isole Eolie furono popolate dagli inizi del IV millennio a.C. da genti provenienti dalla Sicilia, spinte dall'enorme risorsa economica offerta dall'ossidiana eruttata dal vulcano di Monte Pelato.
L'ossidiana, tagliente vetro vulcanico di colore nero, era ricercata quando non si era diffusa la lavorazione dei metalli e costituì la base della prosperità  di cui le isole godettero per almeno due millenni.
Dopo alcuni secoli di decadenza le isole Eolie ebbero un risveglio economico e civile nell'età  del bronzo a partire dal XVIII sec. a.C.
Questo risveglio è  dovuto ai contatti che si vennero a stabilire con i principati della Grecia micenea i quali esplorarono i mari occidentali.
Le isole vennero frequentate da genti micenee di stirpe eolica radicate a Metaponto. Da queste genti eoliche le isole trassero il nome che ancora conservano. Ad esse si riportano le leggende del mitico re Eolo, signore dei venti.
Nel corso del XIII sec. a.C. nelle isole si insediarono, provenienti dalle coste della Campania, genti ausonie con le quali si connette la leggenda del re Liparo, da cui trasse nome la città . Spopolate alla fine del X sec. a.C. le isole restarono per alcuni secoli deserte.
Nella L Olimpiade (580-576 a.C.) Lipari venne colonizzata da un gruppo di Greci di stirpe dorica, di Cnido e di Rodi; i nuovi coloni si trovarono nella necessità  di difendersi dalle incursioni degli Etruschi. Dovettero allestire una potente flotta con la quale riportarono grandi vittorie assicurandosi la supremazia sul mare. Col bottino eressero, nel Santuario di Apollo, a Delfi, splendidi monumenti votivi.
Nel 427 a.C. , durante la prima spedizione ateniese in Sicilia, sotto Lache, i liparesi strinsero alleanza con i siracusani. Subirono attacchi da parte della flotta ateniese e reggina, ma senza gravi conseguenze.
Nella spedizione cartaginese del 408-406 Lipari fu di nuovo in relazioni amichevoli con Siracusa. Venne perciò  attaccata dal generale cartaginese Imilcone; partiti i Cartaginesi, Lipari tornò  nel pieno godimento della sua indipendenza.
Durante la dominazione di Dionisio il Vecchio, Lipari rimase a fianco di Siracusa e di Tindari. Nel 304 l'isola venne aggredita da Agatocle; successivamente Lipari cadde sotto il giogo cartaginese con lo scoppio della prima guerra punica.
Per i suoi eccellenti porti e per la sua posizione di alto valore strategico, l'Arcipelago divenne una delle migliori stazioni navali cartaginesi.
Nel 262 il console romano Cornelio Scipione, illudendosi di potersi impadronire di Lipari, venne bloccato e catturato da Annibale.
Nel 258 Atilio Calatino cingeva Lipari di assedio.
Nel 257 le acque delle Eolie furono teatro d'una accanita battaglia tra la flotta cartaginese e quella romana: Lipari fu conquistata dai Romani nel 252 a.C. Rasa al suolo perse con l'indipendenza la prosperità  economica. Iniziò  per essa un periodo di grave decadenza.
Continuò  a trarre vantaggi economici notevoli dall'industria dell'allume che si estraeva nell'isola di Vulcano e del quale Lipari aveva nel mondo antico il monopolio.
Frequentate erano le acque termali di Vulcano e di Lipari.
Le isole Eolie ebbero una grande importanza strategica durante la guerra civile fra Ottaviano, padrone dell'Italia, e Sesto Pompeo, padrone della Sicilia. Lipari, fortificata da Sesto Pompeo, fu conquistata nel 36 a.C. da Agrippa, ammiraglio di Ottaviano, che fece dell'isola di Vulcano la base della sua flotta per le operazioni che precedettero la battaglia navale di Milazzo e per il successivo sbarco in Sicilia. Lipari subì nuove devastazioni e nuovi disastri.
Non abbiamo notizie relative a Lipari per tutta l'età  imperiale romana(I-IV sec. d.C.). In età  cristiana (forse dal IV secolo) Lipari fu sede vescovile e almeno fin dal VI secolo erano venerate nella sua cattedrale le reliquie dell'apostolo S. Bartolomeo, giunte miracolosamente dall'Armenia. Nei secoli dell'alto medioevo Lipari fu meta di pellegrinaggi. Intorno alle isole Eolie fiorisce nell'alto medioevo messe di tradizioni.
Il cratere di Vulcano veniva considerato come la bocca dell'inferno, in cui bruciavano le anime dei peccatori. Altre leggende fioriscono intorno al santo vescovo Agatone e all'eremita S.Calogero che liberava l'isola dai diavoli e faceva sgorgare le acque salutari.
Nell'alto medioevo si ebbe un improvviso risveglio dell'attività  vulcanica nell'isola di Lipari. Nell' 839 Lipari fu aggredita e distrutta da un'incursione di Musulmani, che massacrarono e deportarono in schiavitù  la popolazione e profanarono le reliquie di S.Bartolomeo.
Lipari rimase per alcuni secoli quasi totalmente deserta, fino alla riconquista della Sicilia da parte dei Normanni, che nel 1083 installarono a Lipari l'abate Ambrogio con un nucleo di monaci benedettini. Intorno al monastero tornò  a formarsi un nucleo urbano.
Nel 1131 fu ricostituita la sede vescovile di Lipari unita a quella di Patti. Roberto I re di Napoli, nel 1340, si impadronì di Lipari. Nel 1544 la città  fu saccheggiata dal feroce corsaro Ariadeno Barbarossa, che portò  via gli abitanti come schiavi. Lipari venne successivamente riedificata e ripopolata da Carlo V e da allora seguì  le sorti della Sicilia e del reame di Napoli.

Informazioni generali

L' arcipelago Eoliano è formato da sette isole disseminate, su un arco di 90 km di mare, lungo la costa nord occidentale della Sicilia, nel mar Mediterraneo. L' arcipelago comprende vari isolotti e sette isole maggiori: Lipari, Salina, Vulcano, Stromboli, Panarea, Alicudi e Filicudi. Le Eolie rappresentano la parte emersa di alcuni vulcani di origine geologicamente recente. Questa origine è testimoniata da persistenti fenomeni vulcanici, da sorgenti di acqua calda sottomarine, dalle fumarole di Lipari e Panarea, le bocche perennemente attive di Stromboli ed i fanghi termali , di grande effetto terapeutico.
Le più vecchie sono Alicudi e Filicudi, che hanno circa un milione di anni. Le più giovani sono quelle più attive vulcanicamente: Vulcano e Stromboli. Felicemente situate da un punto di vista geografico, le Lipari godono del clima mite e temperato tipicamente mediterraneo. Le isole sono prevalentemente rocciose o sabbiose, con coste alte e scoscese, una stentata vegetazione di arbusti (eriche, ginestre), fichi d' india, olivi; il clima è molto mite ma le precipitazioni sono molto scarse e le sorgenti quasi nulle, sicché l' acqua potabile, un tempo raccolta in apposite cisterne, è oggi essenzialmente portata via mare dalla Sicilia.
La fauna ricca di specie in via di estinzione: falco, l' uccello delle tempeste e l'ormai estinta foca monaca di Filicudi.
Il turismo è divenuto, grazie anche ai rapidi collegamenti con aliscafi e battelli, la principale risorsa delle isole, oggi mete balneari anche molto affollate (in particolare Lipari, Panarea e Salina; più appartate rimangono Alicudi e Filicudi, famosa quest' ultima anche per la suggestiva grotta del Bue Marino), che sono assai frequentate da chi pratica la pesca subacquea. Un ruolo molto più modesto hanno ormai le tradizionali attività, come la viticoltura, l' estrazione e lavorazione della pietra pomice, la pesca, la raccolta dei capperi.

GEOLOGIA DELLE ISOLE EOLIE

Le isole Eolie sono isole vulcaniche attive nel Tirreno meridionale. Fra esse vanno considerate vulcani attivi Stromboli, Lipari e Vulcano (con la sua penisoletta Vulcanello).
L'attività  di Stromboli consiste in esplosioni quasi continue a bassissima energia, con lancio di scorie magmatiche da una delle bocche eruttive che si trovano all'interno del cratere.
L'ultima eruzione di Vulcano ha avuto luogo circa un secolo fa (1894).
L'ultima eruzione di Lipari ha avuto luogo in epoca romana (dal punto di vista della vita di un vulcano, il tempo trascorso da allora è  molto breve e comunque non sufficiente a far considerare estinta l'attività  vulcanica sull'isola di Lipari).
Durante il Mesozoico la Sicilia Orientale è  stata sede di uno sporadico vulcanismo basico-alcalino distensivo seguito da un periodo di stasi.
Durante l'era Quaternaria si possono riconoscere due tipi di vulcanismo contemporanei:

  1. il vulcanismo basaltico distensivo (Etna, Iblei, Ustica, Canale di Sicilia).

  2. il vulcanismo di convergenza tra le placche (Isole Eolie).

Le Isole Eolie fanno parte di un sistema arco-fossa-bacino marginale che è  il risultato della collisione tra le placche convergenti Africana ed Euroasiatica.

L'arco metamorfico è  rappresentato dall'arco cristallino Calabro-Peloritano.
Le isole Eolie rappresentano il fronte vulcanico mentre il bacino marginale di retroarco è  dato dal piano abissale del Tirreno. La crosta è  continentale da entrambi i lati del contatto delle placche mentre è  di natura oceanica sotto la zona abissale del Tirreno.
Il vulcanismo delle Isole Eolie è  di età  recente (all'incirca 1 milione di anni) e si possono distinguere due fasi.
Durante la prima fase si formano le isole di Alicudi, Filicudi, Panarea, parzialmente, Salina e Lipari.
Dopo un periodo di stasi nel Pleistocene superiore si ha una seconda fase con il completamento di Lipari e Salina e la nascita di Vulcano e Stromboli. Il vulcanismo eoliano è  caratterizzato da una evoluzione nella composizione dei prodotti emessi.

 

MANIFESTAZIONI TERMALI

L'arcipelago Eoliano è  centro di attrazione, non solo per la varietà  delle sue bellezze naturali, ma anche per le sue acque termali di alto valore terapeutico. Tali manifestazioni postvulcaniche si riscontrano a Vulcano, a Lipari e a Panarea.
Finora le acque e i fanghi, sfruttati con sistemi primordiali, hanno dato sempre ottimi risultati. Oltre che nelle affezioni delle articolazioni, le acque e i fanghi di Vulcano riescono molto efficaci nelle nevralgie e nevriti, nelle affezioni vasali, nelle flebiti e ulcere varicose, nelle malattie dell'apparato genitale femminile e nelle affezioni dermatologiche.
Per Vulcano, trattandosi di fanghi vulcanici naturali ad alto contenuto di radon e anche di acque termali il criterio della scelta dal punto di vista dell'attività  curativa può  considerarsi esclusivo.
Le acque termali di S.Calogero, famose anche durante l'impero di Roma, sono state esaltate in ogni epoca.
Si tratta di acque salso-solfato-bicarbonato-sodiche-ipertermali.

ARCHEOLOGIA

Gli scavi stratigrafici, eseguiti in varie isole (soprattutto a Lipari) e ampiamente illustrati nel Museo Archeologico Eoliano situato nel castello di Lipari, hanno fornito un quadro della successione di diverse civiltà , dal Neolitico alla colonizzazione greca. L'altura del castello costituisce l'acropoli di Lipari greca, di cui rimangono resti delle fortificazioni, non anteriori al IV secolo a.C., e di edifici di età  ellenistica e romana. Gli scavi delle necropoli attestano la notevole ricchezza di Lipari soprattutto nella seconda metà  del sec.IV a.C. con vasi figuranti italioti e una vasta serie di terrecotte di argomento teatrale (figurine di attori, maschere tragiche e comiche, ecc.). In età  romana, dopo una certa prosperità  sotto Augusto, Lipari non ebbe importanza particolare e scarsissime sono le testimonianze artistiche dei secoli successivi.
L'Acropoli di Lipari si è  rivelata, ai recenti scavi, dal 1950 in poi, come un immenso archivio nel quale sono conservati, in regolare sovrapposizione stratigrafica, le testimonianze di tutte le civiltà  che si sono succedute nelle isole attraverso il neolitico e l'età  dei metalli, fino alla piena età  storica.
La serie stratigrafica liparese costituisce oggi uno dei cardini su cui s'impernia la ricostruzione della preistoria di tutti i paesi bagnati da questo Mare.
La zona archeologica si estende a Ovest della strada principale che porta alla Cattedrale ed è  divisa in due parti dalla strada che dà  accesso alle chiese dell'Immacolata e dell'Addolorata. Sotto il livello delle case ellenistiche e romane si estendono gli strati dell'età  ausonica, con più  ordini di capanno sovrapposte.
Nella grande trincea a Sud, l'Ausonio II (prima età  del ferro) è  rappresentato solo da un breve tratto superstite del muro perimetrale di una capanna, di cui è  stato trovato anche all'interno il focolare.
Nell'area a Nord, a questo periodo corrispondono resti di due distinte capanne sovrapposte. Delle costruzioni di questa età  resta poco a causa delle loro scarse profondità . Ancor minori sono i resti edilizi riferibili al sottostante strato Ausonio I (tarda età  del bronzo) 1250-1150 a.C. Cospicui resti si hanno invece del villaggio della media età  del bronzo (civiltà  del Milazzese, 1400-1270 a.C.).
A questa età  appartiene un gruppo di capanne ovali assai ravvicinate fra loro. Si tratta di capanne con muro perimetrale costruito con pietrame a secco e che dobbiamo supporre coperte con tetti di frasche e di stoppie, forse rivestite con un impasto di argilla e paglia o alghe marine.
Le capanne della media età  del bronzo si sovrappongono a più  antiche capanne, di identica forma, appartenenti alla prima età  del bronzo.
Il deposito archeologico scende per altri quattro o cinque metri al di sotto del suolo delle capanne della prima età  del bronzo.
Nella zona settentrionale dello scavo sono molto più  cospicui che nella meridionale i resti dell'Ausonio II rappresentato da una grandiosa capanna rettangolare a spigoli arrotondati.
Sotto il suolo l'approfondimento degli scavi ha messo in luce resti di altre capanne più  antiche della media e della prima età  del bronzo, culture del Milazzese e di Capo Graziano. Interessante è   la struttura di questa grande capanna la cui ossatura portante era in legname. Restano gli incavi dei pali nella muratura della parete che aveva funzione di solo tamponamento. A Nord della grande capanna e dei suoi annessi che si sviluppano allo stesso livello sono due grandi capanne dell'Ausonio I di cui quella in primo piano è  di forma perfettamente circolare e forse coperta a volta come un trullo, ed è  preceduta verso Nord da un andito di ingresso fiancheggiato da un muro rettilineo.
L'altra, dietro ad essa è  di forma più  ovale, più  allungata.
È  chiarissima la sovrapposizione di resti di cinque diverse età , Ellenistico, Ausonio II, Ausonio I, Milazzese e Capo Graziano.
Nella zona a Nord del secondo Cardo si ha una interessante capanna dell'Ausonio I di insolita forma rettangolare e sul pendio di fronte resti molto mutili di capanne della media e della prima età  del bronzo

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