Spesa sanitaria: Consulta respinge ricorso della Regione
La Corte Costituzionale non ha accolto il ricorso presentato dalla Regione siciliana contro l'aumento della quota di compartecipazione dell'isola alla spesa per il servizio sanitario nazionale. Un incremento che era stato deciso con la Finanziaria nazionale del 2006 a valere sui tre anni successivi. Una decisione quella della consulta che costerà alla Regione siciliana circa 120 milioni.
«Noi non ci rassegnamo – ha commenta il presidente della Regione Lombardo – ma ovviamente dobbiamo prenderne atto. Si dice che le sentenze non si commentano, in questo caso si pagano».
Ma il presidentesiciliano ha parlato di «profonda iniquità, pochè la partecipazione della Regione è molto più alta di quella di altre regioni d'Italia». Il presidente ha ricordato che «quando il governo aumentò questa partecipazione al tempo stesso ci assicurò che avremmo recuperato con le accise sui prodotti petroliferi. Così non è stato».
Lombardoha concluso così: «O si riduce la partecipazione o ci danno le accise. Quello che ci interessa è che il conto torni e che la spesa non aumenti». «Nel primo trimestre del 2008 c'è stato un incremento della spesa sanitaria di circa 30 milioni di euro: una tendenza che ci spinge inevitabilmente ad una ricognizione attenta di tutte le strutture e ambiti della sanità siciliana per capire dove bisogna intervenire con gli opportuni tagli e riduzioni», ha sottolineato inoltre il presidente che ha annunziato un suo viaggo a Roma in settimana «per un incontro con il Governo nazionale. Un appuntamento a cui dobbiamo presentarci con le idee chiare sul piano di rientro».
Il Governo nazionale «ha dato delle scadenze inderogabili – ha aggiunto Lombardo – e degli obiettivi economici da rispettare. I posti letto, la riorganizzazione delle guardie mediche, il servizio del 118 e tutti quei servizi e prestazioni che possono costare di più saranno i primi a essere tagliati».
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