Messina: La Vara e i Giganti nel registro dei Beni Unesco
La commissione regionale registro eredità immateriali Unesco ha deliberato l'iscrizione delle Feste della Madonna della Lettera e della Madonna dell'Assunta con la processione della Vara e dei Giganti.
L'importante comunicazione è stata data dal presidente della commissione Rei, prof. Aurelio Rigoli, accogliendo l'iniziativa del commissario regionale del Comune, Gaspare Sinatra, mediata dal Centro internazionale di Etnostoria, su proposta della Soprintendenza ai Beni culturali di Messina. Il commissario Sinatra ha informato della comunicazione le autorità ecclesiastiche.
L'istituzione della processione della Vara risale al periodo in cui il re Ruggero il Normanno entrò a Messina dopo la vittoria riportata sugli Arabi.
Avendo fatto prigionieri il musulmano Grifone e la moglie Mata, li obbligò a seguirlo durante il suo ingresso in città, per assistere al suo trionfo, fino alla porta del Duomo. In testa al corteo si trovava una statua di donna a cavallo, rappresentante la Madonna, e dietro il clero, i nobili, col Conte in testa. Da questo momento iniziò l'usanza, dal 21 settembre 1197, di portare in processione le statue del conquistatore, dei vinti e della Vergine Assunta, tra la folla festante ed acclamante.
L'uso di portare in processione la statua dell'Assunta pare abbia origini più remote; infatti la tradizione risale ai primi tempi del Cristianesimo quando in un villaggio dell'Asia Minore, vicino ad Efeso, probabilmente ha soggiornato Maria, dopo la morte di Gesù, e qui ogni anno, il 15 agosto, si portava in processione una statua della Madonna. Questa processione si ripeté fino al periodo in cui arrivò a Messina Carlo V, reduce dalle vittorie sui pirati Turchi, quando cioè il Senato cittadino incaricò un famoso architetto del tempo, il Radese, in collaborazione col Maurolico, di costruire una macchina grandiosa che rappresentasse l'Assunzione della Vergine Maria.
L'architetto costruì questa struttura alta quasi venti metri, una piramide umana di oltre un centinaio di bambini, incoronati di fiori che osannavano la Vergine Maria, sorretta e portata in processione da un gruppo di persone, guidate da un capo che ordinava la sosta e la ripresa della marcia. Questa macchina fu poi perfezionata dal genero del Radese, Giovannello Cortese e dal maestro Jacopo Scidi, i quali la modificarono mettendo ai piedi uno scivolo di legno (oggi in acciaio), per essere trascinata sull'asfalto
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