Caro gasolio, dal 30 si ferma la pesca. Sciopero ad oltranza
Marinerie di mezza Europa ferme dal 30 maggio per protestare contro il caro gasolio. Le delegazioni di Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, hanno deciso la linea dura incontrandosi ieri ad Ancona alla 68ª Fiera della Pesca. Durissima contestazione, inoltre, contro il commissario europeo della pesca Joe Borg. Reti in barca, quindi, da Lampedusa a Chioggia. A rappresentare l’Italia c’èra il direttore generale Saverio Abate. Non ce la fanno più i marinai a sostenere i costi dei loro pescherecci, con il prezzo del gasolio schizzato da 40 centesimi a 82 centesimi al litro in poco meno di un anno e mezzo; un aumento del 200 per cento divenuto insostenibile anche di fronte agli aiuti venuti dai singoli governi. Anzi, proprio la marineria francese, che ha beneficiato di un contributo complessivo di 300 milioni di euro, tra fondi statali ed europei, ha mostrato la maggiore determinazione nel proclamare lo sciopero ad oltranza a partire dal 30 maggio e invitando gli altri paesi membri a fare altrettanto. I marinai non chiedono contributi a pioggia o una tantum, ma che il prezzo alla pompa del gasolio scenda dagli attuali 80 centesimi a 40 centesimi, la metà. Ed è questa l’indicazione venuta dai circa 3000 delegati delle associazioni di categoria europee confluiti ieri alla Fiera di Ancona. «Non ce la facciamo più, e i conti sono presto fatti», ha sbottato un piccolo armatore delle Eolie: «Io un anno e mezzo fa consumavo con la mia barca 4.000 euro al mese di gasolio, ora ne spendo 8.200. Usciamo in tre, spendiamo 450 euro al giorno per incassarne, quando tutto va bene, 520-530. Così a fine mese ci dividiamo 600 euro al mese a testa. Ditemi voi se con una somma del genere è possibile mandare avanti una famiglia, consentire ai figli di andare a scuola». Esasperazione, rabbia. Questo hanno espresso nelle Marche le marinerie di mezza Europa. E scarsa fiducia nelle istituzioni. Alla protesta, avvenuta sia all’esterno della sala del convegno, sia all’interno, durante i lavori, Joe Borg ha risposto osservando che «il caro gasolio è un problema reale a cui non si può dare una risposta temporanea, ma necessita di una soluzione duratura nel tempo basata sulla ristrutturazione dell’intero settore della pesca». Ma le parole dell’eurocommissario non hanno fermato le vivaci proteste di tutte le sigle sindacali: Agci-Agrital, Federcoopesca e Lega Pesca, che chiedevano risposte in merito non soltanto al caro gasolio, ma alla concorrenza nel mercato globale.
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