Regione: Messina porta 12 deputati, 4 new entry
da Gazzetta del Sud (Francesco Celi)
Il centrodestra rompe ogni argine di consenso e straripa nel Messinese facendo rotta, da subito, sulle Amministrative di giugno. Obiettivo, strappare il Comune al leader del Pd Francantonio Genovese e riconquistare Palazzo dei leoni. Attenzione: vietato inebriarsi. Si tratta di partite che si giocano su un terreno diverso. Il Pdl intanto si copre di gloria contando quasi 136 mila voti di lista e portando a Palermo cinque suoi rappresentanti. Non accadeva che una formazione riscuotesse tale successo dai tempi della Dc gullottiana (6 eletti). La componente di Alleanza nazionale raccoglie un gradimento straordinario e porta in carrozza a Sala d'Ercole l'assessore regionale uscente al Lavoro, Santi Formica (23.102 preferenze, il più votato nel Messinese)(nella foto con Pino Longo) , l'ex sindaco e presidente della Provincia Peppino Buzzanca (18.408 suffragi personali, che hanno anche un valore risarcitorio per le note vicende legate allo "scandaletto" dell'autoblù), entrambi vicinissimi al sen. Nania, e Pippo Currenti (11.175), area Briguglio.Forza Italia promuove un altro ex assessore regionale, ma alla Cooperazione, Nino Beninati (16.984) e la new entry Roberto Corona, negli anni Ottanta segretario provinciale della Dc, direttore generale di una Camera di commercio evidentemente buon trampolino di lancio. Per lui 14.575 voti e assalto all'Ars riuscito al terzo tentativo.L'Mpa raddoppia: 42.551 indicazioni di lista, Cateno De Luca riconfermato (10.171) e Fortunato Romano, delfino dell'on. Carmelo Lo Monte, quarantenne dalla lunga militanza politica al vertice dell'Mcl provinciale e regionale, che fa il suo ingresso alla Regione sull'onda di 8.914 preferenze. Giovanni Ardizzone si conferma la macchina elettorale più rodata in casa Udc (12.173 voti, quasi 30mila la lista) e si gioca adesso un posto in Giunta, dove di sicuro – è quanto prevediamo – siederanno Formica e Beninati. Tre eletti nel centrosinistra, ovvero per il Pd, cui addosso piove, come due anni fa, il quarto seggio grazie alla ripartizione degli scranni spettanti alla minoranza su base regionale. E così stappa champagne l'ex capogruppo dell'Udeur nel Consiglio di Palazzo Zanca, Peppe Picciolo (5.458). Si gode la riconferma – secondo eletto assoluto, primo in città – Franco Rinaldi, cognato di Genovese, che raccoglie 18.524 suffragi. Chiudono il cerchio dei "beati", l'ex diessino Filippo Panarello e il già sindaco di Brolo, Giuseppe Laccoto, entrambi intorno agli 8.400 voti. Dodici messinesi a Sala d'Ercole, otto riconferme, quattro nuovi ingressi, tre bocciature eccellenti (manca all'appello anche Tatà Sanzarello, ma non s'era ricandidato), numerosi delusi. Soprattutto nelle due liste lombardiane "Sicilia forte e libera" e "Democratici autonomisti", tonfo di Sinistra Arcobaleno e Italia dei Valori (1.564 voti di lista). I nuovi ingressi sono Peppino Buzzanca, Roberto Corona, Fortunato Romano e Peppe Picciolo. Clamorosa la bocciatura di Antono D'Aquino, cui non bastano quasi diecimila voti: sesto nella lista Pdl. Non ce la fanno neppure gli Maurizio Ballistreri (ex Sdi) e Francesco Calanna.Vani gli exploit di Daniela Bruno (5.534) e Pippo Venuto, "Democratici autonomisti"; e Antonino Reitano (4.691, primo dei non eletti Udc). Rimarchevoli i 5.554 voti di Tommaso Calderone con La Destra. Deludente il responso elettorale per Antonio Andò, Nino Gazzara e Tullio Lanese.
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