Stromboli: Il fisco...ignora...l'onda anomala
Nelle foto: I danni dell'onda anomala a Panarea (Maurizio Ferrara) e l'onda nel momento in cui nasce a Stromboli(INGV)
Dopo l'onda anomala del 2002 che ha messo in ginocchio per qualche anno l'economia di Stromboli(e non solo) adesso arrivano anche le batoste fiscali. Inaspettate, visto quanto previsto nell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri del 7 marzo 2003, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 18 marzo 2003 e che elencava una serie di “interventi urgenti diretti a fronteggiare i danni verificatisi nel territorio delle Eolie, derivanti dagli effetti indotti dai fenomeni vulcanici nell’isola di Stromboli”. Interventi e disposizioni che riguardavano anche la fiscalità. Una ordinanza che sembra essere passata inosservata poichè sempre più numerose arrivano, infatti, le lamentele da parte delle imprese operanti nel comune di Lipari e specificatamente a Stromboli per avvisi di accertamento con aumenti del reddito imponibile ai fini delle imposte per gli anni successivi al 2002, determinati in base al mancato “adeguamento” agli studi di settore.
In altre parole, se un'impresa ha dichiarato il reddito X ,determinato dalla normale attività svolta nell'isola di Stromboli nel corso dell'anno 2003, l'ufficio rettifica la dichiarazione dei redditi sulla base di studi di settore chiedendo oggi l'adeguamento X+ 1 con il conseguente pagamento di maggiori imposte e sanzioni. E non sono cifre irrilevanti visto che si va da un minimo di 3.000 euro sino a 20.000 euro almeno per i casi segnalati. “Gli studi di settore- ci ha evidenziato il dottore Pino La Greca che abbiamo contattato per saperne di più- si basano su equazioni matematiche applicate a medie statistiche generalizzate che non contemplano certo i casi di palese crisi economico-sociale come quella vissuta dalle isole Eolie all'indomani del fenomeno “onda onomala”.
Nonostante l'evidente contraddizione con l'ordinanza del Presidente del Consiglio del 2003 l'agenzia delle entrate di Milazzo notifica avvisi di accertamento e non prende in considerazione né valuta le circostanze evidenti della crisi manifestatisi nel territorio delle Eolie”.
Nell'ordinanza, emanata dopo che il 30 dicembre 2002 a seguito dell'emergenza di natura vulcanologica che ha comportato una situazione di oggettiva crisi nell'isola di Stromboli e nell'intero territorio delle Eolie, veniva evidenziato che “il fenomeno di smottamento della Sciara del fuoco, unitamente al conseguente maremoto, ha causato gravi danni alle strutture ed infrastrutture pubbliche e private presenti sull'isola di Stromboli nonche' sulle prospicienti isole costituenti l'arcipelago eoliano con gravi conseguenze al tessuto socio-economico delle isole, nonche' al regolare funzionamento dei servizi pubblici essenziali”. Nel constatare lo stato di crisi il Presidente del Consiglio ha previsto anche specifiche azioni a tutela delle aziende e dei soggetti residenti nel comune di Lipari quali: un contributo a favore di coloro per i quali venga accertato il lucro cessante derivante dagli eventi; un contributo correlato alla sospensione dell'attività e quantificato sulla base dei redditi del 2001 ; un contributo a favore dei titolari degli esercizi commerciali pari al 70% del prezzo di acquisto di merci deperibili, deperite o distrutte a causa degli eventi vulcanici; la sospensione, fino al 30 giugno 2003, dei versamenti dei contributi previdenzali e di assistenza sociale, dei premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali. Addirittura veniva evidenziato come, stante quanto accaduto, vi fosse la possibilita' di rinegoziazione dei mutui contratti dalla popolazione residente nell'isola di Stromboli con gli istituti di credito e bancari.
Alla luce delle contestazioni avanzate agli operatori di Stromboli è logico chiedersi come, in presenza di un evento calamitoso così importante con le inevitabili conseguenze strutturali ed economiche (suffragate fra l'altro dall'ordinanza del Presidente del consiglio dei Ministri), si possa pensare che gli operatori possano rientrare negli studi di settore predisposti per situazioni non certo d'emergenza.
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